Ora che comunisti e fascisti sono spariti dal Parlamento, il 25 aprile diventerà la giornata della democrazia per tutti? Finora nessuna ricorrenza ha fondato una coscienza nazionale
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La rianimazione delle feste nazionali, durante la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, ha forse rinnovato la popolarità di un rituale, ma è difficile dire se ha fondato una memoria nazionale comune. Qualcuno ha proposto di fondare la memoria nazionale su una storia comune condivisa. Ma ciò sarebbe possibile solo con una rimozione collettiva delle differenze fra i valori, i principi e gli ideali che hanno diviso gli italiani. Come dire: i combattenti per la libertà e i combattenti contro la libertà sono accomunati dal valore del combattimento, e questo basta a riconoscere la pari dignità dei loro principi e dei loro ideali. È difficile dire se una storia così concepita sarà mai scritta, sacrificando la verità storica sull'altare della memoria comune. Una verifica potrà essere fatta fra tre anni, quando gli italiani celebreranno i centocinquanta anni della nascita dello Stato nazionale. Allora, forse, potremo scrivere un'altra pagina della nostra immaginaria "Storia d'Italia nel XXI secolo".